Who is helping putin? Stanford "Experts" Group: Sanzioni che hanno salvato putin e hanno fatto continuare la guerra
Incredibile ma vero: esperti incompetenti, pseudointellettuali e varie think tankers famosi per i legami con oligarchi trafficanti di droga hanno giocato a favore di putin e contro emigranti russi
WHO CREATED putin? ENG / ITA / RUS: Who helped, lobbied, collaborated, still helping, still collaborating and still sponsoring chekist regime?
Russian Opposition: Who, What and How ENG/ ITA/ RUS: The History of Protests, Soviet Dissidents and Opposition Leaders.
Russian Government vs. Russian people ENG/ ITA/ RUS: 35+ texts: articles, songs, speeches, WikiLeaks, Video
KGBistan: Who, What and How ENG/ ITA/ RUS: What do you know about regime in Russia?
Why did the Liberal Democratic West choose putin? Transnational mafia of ruling elites and project "putinism" ENG/ ITA/ RUS: Who, when, for how much and how often: how the Western establishment raised the chekist junta, enriched itself with stolen resources
Tutti i files sulle sanzioni sono nella lista:
Working Group Paper N.1 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_1_sanctions_action_plan.pdf
Working Group Paper N.2 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_2_energy_roadmap.pdf
Working Group Paper N.3 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_3_appendix_individual_sanctions.pdf
Working Group Paper N.4 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_4_financial_sector.pdf
Working Group Paper N.5 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_5_state_sponsor_terrorism.pdf
Working Group Paper N.6 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_6_confiscating_reserves.pdf
Working Group Paper N.7 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_7_it.pdf
Working Group Paper N.8 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_8_russian_nuclear_power.pdf
Working Group Paper N.9 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_9_sanctions_evasion.pdf
Working Group Paper N.10 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/working_paper_10-_oilpricecap.pdf
Working Group Paper N.11 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-04/russia_sanctions_working_paper_11_action_plan_2.0_v2.pdf
Working Group Paper N.12 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-07/sanctions_working_group_-_russian_import_of_critical_components-7-9-2023_final.pdf
Working Group Paper N.13 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-08/sanctions_workingbgroup_drones_final4.pdf
Working Group Paper N.14 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-09/working_paper_14_-_using-energy-sanctions_09-19-23_update.pdf
Working Group Paper N.15 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2023-09/workingpaper15_-_confiscating-reserves_09-19-23_update.pdf
Working Group Paper N.16 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2024-01/export_controls_-_final_-_1-11-24_update.pdf
Working Group Paper N.17 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2024-01/working_paper_17_-_kremlin_software_final_1-15-24_update.pdf
Working Group Paper N.18 - https://fsi9-prod.s3.us-west-1.amazonaws.com/s3fs-public/2024-02/energy_sanctions_final_2-7-24_2_update.pdf
McFaul, Aleksashenko e Aslund sono gia stati menzionati in articoli scritti e tradotti, la lista dopo la traduzione.
Di seguito la traduzione parziale dell’articolo:
Как Гуриев и Алексашенко диссидентов побороли
| Erwin Veikov (pseudonimo dell’attivista anti-guerra russa in esilio) | SVTV News | 18.11.2023 |
https://svtv.org/opinion/2023-11-18/guriev-aleksashenko/
N.B L’articolo originale contiene tanti link sui fonti esterni - questi link non sono state introdotte nella traduzione seguente
Come Guriev e Aleksashenko hanno sconfitto i dissidenti
Si scopre che gli economisti Sergei Guriev e Sergei Aleksashenko hanno conficcato coltelli nella schiena dei “relocanti” che, contro la loro volontà, sono sfuggiti alla mobilitazione e alla persecuzione ormai da due anni. Questi due esperti omonimi hanno partecipato allo sviluppo delle sanzioni anti-russe, comprese quelle che attualmente impediscono a un fuggitivo in Europa di aprire un conto [corrente] e ottenere un visto [d’ingresso].
Dopotutto, questo aiuterà a sconfiggere putin. Di sicuro.
Tutto è iniziato il 19 aprile 2022, quando il gruppo di lavoro internazionale sulle sanzioni russe a Stanford ha pubblicato un documento politico sulle sanzioni.
Questo documento elenca le misure che possono essere utilizzate per dissanguare il regime di putin e cercare di costringerlo a fermare la guerra. Alcune di queste misure sono state implementate dai governi occidentali prima ancora che il gruppo si incontrasse, quindi gli autori descrivono contemporaneamente sia le sanzioni che considerano accettate sia quelle che considerano desiderabili.
Sulla carta, ciò che sta accadendo sembra logico. I politici utilizzano una misura standard della pressione economica. Gli esperti danno consigli su come farlo al meglio. I primi emettono pacchetti separati di sanzioni che introducono restrizioni. Il secondo gruppo si riunisce più e più volte, considera il risultato e consiglia come correggerlo e integrarlo.
Ma le sanzioni sono uno strumento assolutamente screditato. I leader occidentali li hanno usati contro Venezuela e Iran, Cuba e Corea del Nord, e ora contro la Russia – e ogni volta si è scoperto che per qualche motivo non funzionavano.
La popolazione sta diventando povera, ci sono più rifugiati, ma il regime rimane lo stesso e si sta adattando alla situazione.
Né putin, né Kim Jong-un, né gli ayatollah soffrono della mancanza di antibiotici, cibo di qualità e bonifici bancari. E i loro regimi stanno imparando a produrre sempre più armi, aggirando le sanzioni, per aiutare tutti i banditi regionali.
Storicamente le sanzioni hanno funzionato in 5 casi su 115.
E si trattava per lo più di questioni piuttosto minori (a livello statale), come l’estradizione di coloro accusati di spionaggio. Non porre fine alla guerra o cambiare il regime.
Anche se nel caso della Russia c'era ancora una possibilità di successo, almeno così sembrava nei primi giorni di guerra. putin ha deciso di attaccare l'Ucraina di nascosto da tutti, anche dalla sua cerchia più ristretta. Nessuno di loro era moralmente o praticamente preparato all’invasione e alle sue conseguenze.
Si potrebbe provare, come minimo, a spaventarli e costringerli a fare delle concessioni, e come massimo, ad aggiungere più caos al caos già esistente per paralizzare la macchina militare nel momento in cui era più vulnerabile.
La prima versione delle sanzioni è oggettivamente il miglior documento tra tutti quelli disponibili sulla pagina del gruppo. È scritto in un linguaggio asciutto e scientifico. Si propone una serie di semplici misure:
— restrizioni sulle forniture di petrolio e gas;
— sanzioni finanziarie alle banche russe;
— sanzioni individuali contro specifici funzionari russi (e i loro collaboratori di alto rango provenienti da paesi occidentali);
— restrizioni all'importazione di alte tecnologie in Russia e all'esportazione di metalli da essa;
— sanzioni secondarie e trasparenza per migliorare il rispetto delle sanzioni;
— coordinamento internazionale sulla questione delle sanzioni.
Cioè, smettere di dare soldi a putin e privarlo della possibilità di riceverli, oltre a punire specificamente il suo entourage.
Anche il secondo documento politico sembra decente. Propone di passare l’Europa al gas naturale liquefatto per ridurre la dipendenza dal gasdotto.
Il terzo descrive le sanzioni personali contro oligarchi e funzionari.
Ma a partire dal quarto (e soprattutto più vicino agli ultimi) tutto peggiora decisamente. E non solo nel significato, ma anche nella qualità del testo stesso.
Il primo indicatore è la quasi totale assenza di fatti e cifre verificabili, compensata da un’enorme quantità di acqua. Nei primi tre documenti sono assenti anche i “dati concreti”, ma si può provare a chiudere un occhio se li si considera un ragionamento teorico. Dopotutto, furono scritti in fretta e proprio all'inizio della guerra, quando dati affidabili valevano il loro peso in oro. Ma alla pubblicazione del quarto documento politico, tali dati erano già apparsi e venivano discussi approfonditamente sia dagli analisti russi che da quelli occidentali.
Per comprendere il problema, porto alla vostra attenzione questo frammento. In rosso sono evidenziate le valutazioni soggettive o comparative che non sono supportate da alcun dato o cifra. Blu: indicatori misurabili.
Due di essi – la previsione del tasso di contrazione economica e lo stock di riserve della Banca Centrale – si sono rivelati errati, come forse avrete notato voi stessi.
Senza fatti e statistiche, questi documenti non possono essere lavori scientifici: esprimono solo l'opinione soggettiva degli esperti, la cui struttura verrà modificata dopo i fatti, in numerose interviste.
Dopo solo pochi mesi di guerra, è diventato chiaro che la maggior parte dei paesi in realtà non segue pienamente la politica delle sanzioni, e l’effetto di ciò che viene attuato è molto scarso.
Ma invece di analizzare in qualche modo questo materiale, gli autori hanno deciso di elogiare i funzionari europei: “Lavoro eccellente! Decisioni coraggiose! Risultati incredibili!
Allo stesso tempo, lo stile cominciò a deteriorarsi.
Invece del linguaggio asciutto dei fatti, dei numeri e delle previsioni (che, a dire il vero, prima non bastava), nei testi appare improvvisamente la propaganda xenofoba, carica di gongolamento, come se fosse copiata direttamente dagli account Twitter di stimati esperti.
Un altro indicatore è la natura ciclica delle raccomandazioni.
Gli autori ripetono più e più volte lo stesso mantra: “Vietiamo le banche russe, smettiamo di comprare petrolio russo e imponiamo personalmente sanzioni agli amici di putin”.
Ciò che sembra sfuggirgli è il fatto che queste stesse misure erano già state proposte nei pacchetti precedenti, ma non hanno portato risultati o non sono state (e non saranno) attuate affatto.
Inoltre, gli esperti non sono preoccupati per l’aumento dei volumi di esportazione di GNL, per i profitti record derivanti dalla produzione di petrolio
e
per la rapida revoca delle sanzioni contro gli oligarchi di putin.
Rifiutando di accettare il fallimento della loro impresa, si introducono nell'amnesia collettiva e, dopo ogni inciampo, ricominciano.
Ma il cambiamento principale è un altro: nei documenti compaiono presto misure rivolte specificamente ai cittadini russi che cercano di sfuggire alla guerra.
Non oligarchi, non militari, non ufficiali dell'intelligence, non capi di aziende statali e non produttori di armi, ma gente comune.
E queste misure, a differenza di altre, vengono attuate in modo coerente.
Naturalmente, il lettore più esigente noterà che anche le sanzioni settoriali che le hanno precedute sono, di fatto, sanzioni contro la persona comune.
Dopotutto, le interruzioni (anche a breve termine) nella fornitura di medicinali e altri prodotti essenziali sono un problema serio per la gente comune e non contribuiscono alla perdita di putin nella sua crociata.
Come affermato in precedenza, le sanzioni funzionano meglio non contro i tiranni, ma contro le persone che schiavizzano. Ma la situazione delle sanzioni contro i russi in fuga è unica.
Si sono trovati nella posizione di quasi apolidi, poiché lo Stato gli considera traditori e non ha fretta di aiutare; allo stesso tempo, altri stati li trattano non come persone vive, che hanno diritti secondo le proprie leggi, ma come beni mobili di una dittatura militante.
Guardate voi stessi cosa ci hanno fatto esattamente.
Working Group Paper #4, “Gurievskaya”
Torniamo alla primavera del 2022. Molti russi stanno lasciando il paese. Spesso si tratta di attivisti politici contro i quali si stanno preparando procedimenti penali; personaggi pubblici che si sono espressi contro il massacro; persone coscienziose. Ma il gruppo più numeroso è costituito da coloro che fuggono dalla legge marziale, la cui minaccia riempì l’aria nelle prime settimane di guerra. Le persone possono essere apolitiche, ma categoricamente non vogliono prendere parte a questa guerra dalla parte di putin.
Tutti i fuggitivi incontrano il primo serio ostacolo: le carte bancarie russe non funzionano più ed è quasi impossibile emettere carte straniere dalla Russia. Non è possibile pagare alberghi o altri acquisti online che spesso sono necessari quando ci si sposta. Ciò che è molto peggio è che gli aerei non volano più verso la maggior parte delle destinazioni (ed è improbabile che ti diano un visto per questa “maggioranza”). I prezzi dei biglietti per i restanti paesi sono astronomici.
E tutto questo è solo il problema dei primi giorni. Successivamente, se sei comunque riuscito a fuggire all'estero, devi ricominciare la vita da zero in un nuovo posto - nei paesi dello spazio post-sovietico, che non sono particolarmente contenti dell'afflusso di rifugiati. Si comincia a rifiutare in massa di affittare appartamenti e, a causa dell'enorme ondata di persone, il prezzo degli alloggi è alle stelle. Sui muri ci sono le iscrizioni "Russo, vai a casa" - questo è particolarmente gioioso da vedere per una persona che non ha più una casa. Non hanno fretta di fare una carta in un posto nuovo, le banche non sanno ancora se sia possibile servire nuovi clienti dalla Russia (ma presto gli esperti ci aiuteranno a a gestirci).
La situazione è tollerabile se sei un ragazzo giovane e solitario e non ti interessa dove lanci i dadi. Cosa dovrebbe fare una madre con suo figlio? Che dire degli anziani, molti dei quali rischiano di finire al fronte un paio d'anni prima della pensione a causa della loro specialità militare? Tutti cercano disperatamente una via d’uscita. Qualcuno sta padroneggiando le delizie del freeganismo. Alcune persone chiedono ai loro parenti di inviare denaro tramite [il servizio] Corona. E tutti stanno passando in massa alle criptovalute, l'unico modo per archiviare e trasferire denaro senza dipendere dall'arbitrarietà dei vari tiranni.
Ma questo non piace agli autori della politica delle sanzioni. È buono che i “privati russi” cerchino di aggirare i divieti per evitare i divieti? NO! Un privato deve andare a combattere privatamente in una compagnia militare privata: bombardare case private in Ucraina e poi essere sepolto pezzo per pezzo in una fossa comune.
Questa non è un'osservazione vuota. Per evitare che le sanzioni vengano eluse, il gruppo di lavoro propone di creare una rete di funzionari che garantiranno il rispetto del regime di sanzioni in Armenia, Kazakistan e Turchia. Nessuna eccezione per i privati [cittadini ordinari].
Tra gli autori del documento politico N.4 c’è l’eminente economista russo Sergei Guriev, ex membro del consiglio di esperti sotto il Presidente della Federazione Russa e un tempo partecipante al “governo aperto” di Medvedev. Ha descritto i documenti che ha firmato e approvato come segue:
Il testo, da lui approvato e firmato, prosegue descrivendo “l’effetto significativo” che le sanzioni hanno avuto sull’economia russa. Sta nel fatto che il tasso di cambio del rublo è caduto e i russi hanno perso l'accesso a Visa e MasterCard.
È vero, già al momento della pubblicazione del documento il tasso di cambio del rublo si era stabilizzato e l'economia aveva cominciato a riprendersi, cosa che gli autori sono costretti ad ammettere nel paragrafo successivo, insieme all'indebolimento dell'effetto di altre sanzioni. Di conseguenza, tutto ciò che restava era il blocco delle carte bancarie, attraverso le quali chiaramente non veniva acquistato equipaggiamento militare multimiliardario.
Per anni l’opposizione russa, compresa la comunità degli esperti, ha sostenuto la falsa massima secondo cui la Russia è un paese di stazioni di servizio senza nulla al suo interno. In effetti, è la quinta economia più grande del mondo, con un enorme margine di sicurezza e molti alleati, che resiste con successo alle sanzioni dal 2014. Ma gli esperti se ne ricordano solo dopo 4 mesi di guerra, quando le loro raccomandazioni iniziali non hanno il potere di fermarla.
Qui vorrei puntare la vostra attenzione sull'ultimo paragrafo. Oltre agli aspetti strutturali, come la rapida reazione della Banca Centrale e gli alti prezzi dell’energia, l’elenco dei fattori che riducono l’impatto delle sanzioni includeva l’emissione di carte ai russi e il pagamento con una carta MIR per gli hotel in Turchia.
Secondo il testo pubblicato, Sechin, Miller e Nabiullina che vincono temporaneamente la guerra finanziaria, e il rifugiato russo che ha chiesto in prestito ad amici una stanza in affitto a Istanbul sono fenomeni dello stesso ordine, elencati separati da virgole nella sezione “Risultati chiave”. Gli autori del rapporto identificano deliberatamente i rifugiati con putin.
Queste conclusioni, tra l’altro, non si basano su specifici indicatori misurabili, ma su “rapporti mediatici” aneddotici che non sono inclusi da nessuna parte. Qui, ovviamente, voglio guardare i soci del signor Guriev e del signor Aleksashenko (un altro membro del gruppo, su cui torneremo più tardi), che difendono le loro decisioni e alzo un sopracciglio con aria interrogativa.
Inoltre, gli autori del rapporto affermano (senza preoccuparsi delle prove) che le sanzioni hanno un impatto significativo sull’economia russa – e non considerano il fatto che il tasso di cambio del rublo è tornato alla normalità. Secondo gli esperti, le sanzioni hanno privato l’economia russa dell’accesso alla valuta estera, senza la quale è impossibile saldare i debiti e pagare le importazioni. La Banca Centrale, dicono, potrà pagare le importazioni solo per tre mesi, dopodiché non avrà riserve disponibili e facilmente convertibili.
Se vi state chiedendo da molto tempo da dove i vari predittori dell'apocalisse abbiano ottenuto la tesi sempreverde "l'economia crollerà in 3 mesi", ora conoscete la risposta.
Come la storia ha dimostrato, i sogni sono rimasti sogni e all’economia non è successo nulla. Anche (spoiler!) a causa delle sanzioni.
L'economista Ruben Enikolopov, in una recente intervista con Elizaveta Osetinskaya, ha paragonato questa situazione al tentativo di prosciugare un bacino idrico. Come farlo? È necessario fermare il flusso dell'acqua e aprire le chiuse in modo che il flusso fuoriesca.
Eminenti esperti del gruppo di Stanford hanno fatto esattamente il contrario: hanno bloccato il ritiro dei fondi dalla Russia, senza riuscire a fermarne l'afflusso.
Il regime di putin e il suo complesso militare-industriale sono sopravvissuti, in parte, grazie al gruppo di Stanford.
Tuttavia, gli autori sembravano aver capito che il “serbatoio” doveva essere drenato, ma in un modo davvero unico. Il ritiro dei capitali sembra essere compito quasi esclusivo delle imprese occidentali, che devono essere costrette a lasciare il mercato russo.
Sebbene gli esperti definiscano permissivo il blocco bancario totale degli stessi russi, nello stesso paragrafo ricordano le restrizioni al ritiro di fondi da parte di cittadini e residenti russi - e l'assenza di tali fondi per i cittadini dell'Unione Europea. Ma, a loro avviso, la partenza dei capitali europei per il “drenaggio” sarà sufficiente.
Qui vediamo la continuazione del mito sciovinista del paese delle stazioni di servizio. A quanto pare, gli autori del documento politico “Guriev” erano fiduciosi che la stessa economia russa non producesse nulla di prezioso, quindi il ritiro dei capitali dalle società russe (e il limite di 100 mila euro è molto più rilevante per aziende, top manager e fondatori che per i comuni cittadini) non ha particolare importanza. Ora, se i signori bianchi con il passaporto blu stella lasciano il Paese, sarà davvero un duro colpo.
Allo stesso tempo, gli esperti hanno proposto di congelare i pagamenti trasferiti alle persone giuridiche russe e di limitare tali operazioni a un certo numero di banche che hanno ricevuto una licenza speciale.
Tu stesso lettore, lo sai come è andata a finire: il governo russo, vedendo i tentativi degli investitori occidentali di lasciare il mercato russo, ha iniziato a nazionalizzare i loro beni. Spremere, per dirla semplicemente.
Ad esempio, lo stabilimento Renault è stato ceduto alle autorità di Mosca praticamente gratuitamente. In questo contesto, oggi le raccomandazioni per il “disinvestimento” sembrano comiche, perché il disinvestimento non implica la donazione di beni a regimi aggressivi. Ma in condizioni in cui i trasferimenti internazionali legali cessavano di esistere, le imprese occidentali non avevano altra scelta.
Proprio in questo periodo meraviglioso, molti rifugiati russi iniziarono a padroneggiare le criptovalute in modo da potersi permettere di affittare il lussuoso monolocale di una nonna a Saburtalo e sopravvivere alle sfide per 100 lari al mese. Gli esperti hanno deciso che era giunto il momento di colmare anche questa lacuna, vietando lo scambio di rubli con criptovalute e bloccando le transazioni per i russi in possesso di portafogli crittografici.
Il documento si conclude con una nota sul tema “come risarcire i danni da sanzioni”. Nella maggior parte dei casi, assolutamente no: “La Russia ha una piccola economia, l’Europa ne ha una grande, l’Europa non otterrà nulla da questo”.
Working Group Paper #9, McFaul e Fukuyama
Sono trascorsi più di sei mesi da quando le sanzioni hanno sconfitto il regime di vladimir putin e la pace ha regnato in Ucraina. A quel punto, il gruppo di lavoro stava pubblicando il documento politico numero nove.
È stato firmato dall'ex ambasciatore americano in Russia Michael McFaul e dal filosofo Francis Fukuyama, l'eroe del famoso meme sulla fine della storia che non è mai avvenuta. Ricordate la promessa che all'economia russa restano circa tre mesi, dopodiché, secondo le parole degli esperti, passerà “da uno stato adeguato a uno stato vulnerabile”?
Si è scoperto che no, niente del genere.
La catastrofe nell'economia russa è stata prudentemente spostata alla metà del prossimo anno (ora, mentre stai leggendo questo articolo, anche la nuova scadenza è venuta meno) - allora sarà sicuramente in uno stato "fragile".
C'era anche una semplice spiegazione per le previsioni non soddisfatte: si trattava dei proventi del petrolio e del gas, che per qualche motivo non potevano essere coperti.
È stata fatta una solenne promessa che la nuova politica di sanzioni avrebbe definitivamente salvato la Russia dall’opportunità di finanziare il proprio bilancio e la guerra.
Per raggiungere questo obiettivo, viene proposto un approccio da Guerra Fredda 2.0. Dicono che se isoliamo l’aggressore dal mondo occidentale, vinceremo.
Il lettore attento noterà che tutte queste raccomandazioni, proposte come una sorta di politica nuova e decisiva, sono già apparse in precedenti documenti politici. Questo è un esempio dello stesso pensiero circolare e dell’amnesia collettiva menzionati in precedenza.
Gli esperti si rifiutano di accettare la realtà, consigliando invece di volta in volta ciò che non ha funzionato e non può funzionare.
Lascia che ti ricordi che cosa era successo in questo tempo:
— putin, apparentemente ispirato dalla ricca estate petrolifera, ha annunciato la mobilitazione alla fine di settembre;
— I russi da inviare sul fronte ucraino si sono messi in fila - non negli uffici di registrazione e arruolamento militare, ma ai punti di confine con la Georgia, il Kazakistan e persino la Mongolia per fuggire dal paese.
Il checkpoint di Verkhniy Lars, dove si sta consumando una vera e propria catastrofe umanitaria, è già oggetto di racconti epici: le persone stanno in piedi per giorni, senza acqua, cibo e servizi igienici, aspettandosi che il confine venga chiuso da un momento all’altro. Le auto vengono vendute proprio in un ingorgo di molti chilometri: i proprietari non hanno più intenzione di tornare a prenderle. Per percorrere i 15 chilometri in salita, molti acquistano scooter dagli speculatori per cifre esorbitanti. Chi è più prudente prende la bicicletta, altrimenti rischiano di non farti entrare. Ancora una volta il biglietto aereo è più costoso di un rene, così come l’affitto. L’odio verso i russi, che hanno occupato tutti gli appartamenti disponibili e perfino gli scantinati, cresce di nuovo a passi da gigante.
In Russia, nel frattempo, un coscritto spara a un commissario militare, altri bruciano le stazioni di reclutamento. Ma la crisi causata dalla comparsa simultanea di almeno 700 mila nuovi rifugiati (al momento della pubblicazione del nono documento politico, il loro numero superava il milione) sfugge agli occhi degli esperti.
Non si accorgono non solo delle conseguenze, ma anche dell’esistenza stessa di un secondo milione di rifugiati.
Dal punto di vista degli autori, il vero problema per i russi è ottenere le carte bancarie, per le quali le aziende russe li aiutano ad ottenere il permesso di soggiorno.
La portata del “problema” è rappresentata dalla parola altamente scientifica (e priva di fondamento) “molti”.
Da qui inizia la crociata contro il servizio “Corona”. Prima della guerra, questo sistema di pagamento nella Federazione Russa veniva utilizzato principalmente dai lavoratori migranti: inviavano denaro alle famiglie nei paesi dell'Asia centrale. Dopo la guerra sono i cittadini russi che lo padroneggiarono: coloro che si erano già stabiliti in un nuovo posto sostenevano con denaro i loro cari che si nascondevano dalla mobilitazione; altri hanno ricevuto aiuto dai parenti per non finire per strada in un paese straniero.
Non è stata presentata alcuna prova che il sistema per i piccoli trasferimenti familiari fosse utilizzato da oligarchi o fabbriche militari.
Il che, ovviamente, non ha impedito a questo sistema, ai famigerati "tour delle carte" e alla cripta di lunga data di essere collocati nella sezione successiva, eludendo le sanzioni militari, quando i componenti per la produzione di armi venivano letteralmente importati nel paese. È del tutto possibile che i camion del marito siano il primo ministro di un paese post-sovietico.
Tra le raccomandazioni che gli esperti hanno dato seriamente c'è quella di fare pressione su Visa e MasterCard affinché le banche collegate ai loro sistemi smettano di emettere carte ai russi. Qui è necessario ricordare che il pagamento con le carte per le cose basilari necessarie per la sopravvivenza, come l'affitto di una stanza, era stato formulato come un problema già nel documento N4, “Gurievskiy”. Il Policy paper di McFaul-Fukuyama non fa altro che sviluppare questa idea, proponendo soluzioni specifiche per risolvere finalmente la questione dei rifugiati russi.
Sfortunatamente, questa particolare raccomandazione degli esperti (in contrapposizione al divieto di acquisto di risorse energetiche russe) è stata attuata almeno per quanto riguarda le carte bancarie.
Ciò è stato scoperto grazie ad una fuga accidentale di documenti bancari.
Inoltre, gli esperti consigliano di punire il servizio “Corona”
E prova a disabilitare la criptovalute. Ancora.
Due punti sono interessanti qui. Il primo è il divieto totale di lavorare con gli scambi di criptovalute russi. In questa categoria rientrano anche risorse come Bitzlato, distrutta con successo, con l'aiuto dei cui robot Telegram i rifugiati russi (così come molti altri residenti nei paesi dell'ex Unione Sovietica) ricevono e inviano denaro alle loro famiglie.
Il secondo punto è una “tassa di ricostruzione” del 20% su tutte le transazioni che coinvolgono cripto-portafogli aperti da cittadini di Russia e Bielorussia.
Questa misura, a causa dell’incomprensione da parte degli esperti del principio di funzionamento delle criptovalute, non è stata e non può essere implementata, almeno al di fuori dei grandi scambi internazionali.
Ma diventa chiaro chi è il vero obiettivo: non il complesso militare-industriale, non i funzionari e non gli oligarchi, ma tutti i cittadini della Russia (e della Bielorussia).
E dato che i trasferimenti funzionano già all’interno della Federazione Russa, questa misura colpirà più duramente i rifugiati, ancora una volta. Come vedremo presto dalle confessioni di uno dei membri del gruppo di lavoro, questo cambiamento nel posizionamento delle sanzioni successive è stato intenzionale.
Il documento prosegue discutendo dell'elusione delle sanzioni da parte della Russia utilizzando una “flotta ombra” per continuare a vendere idrocarburi.
Gli esperti propongono l'introduzione di liste nere e una sorveglianza più rigorosa dei lavoratori dei trasporti.
In realtà, nulla di tutto ciò è stato implementato nella pratica.
L’Unione Europea ha importato volumi record di GNL dalla Russia, che è diventata il secondo fornitore di combustibile liquefatto dopo gli Stati Uniti.
È stato possibile solo implementare la complicazione dell'apertura di conti bancari per i rifugiati. Le sanzioni stanno funzionando.
Working Group Paper #11, Aleksashenko
L'ultimo documento del gruppo di lavoro sulle sanzioni che prenderemo in considerazione è l'undicesimo documento. Tra i suoi firmatari, oltre al consueto gruppo di piloti abbattuti, c'è l'economista Sergei Aleksashenko, ex vice ministro delle finanze e vice capo del consiglio di amministrazione della Banca centrale della Federazione Russa. Coautore del default del 1998, che mandò in bancarotta milioni di persone, e noto speculatore nel mercato GKO, che inspiegabilmente trovò posto nell'opposizione russa. Il documento è stato pubblicato nell’aprile 2023.
A quel tempo, la controffensiva ucraina non poteva iniziare al fronte, quindi gli esperti hanno deciso di diluire l’atmosfera con un rapporto di vittoria.
“La cosa più importante è che la coalizione delle sanzioni rimane forte e impegnata, mostrando la volontà di imporre ulteriori sanzioni contro la Russia”. "Ciò che è più importante": queste parole causano shock.
Apparentemente, con l'undicesima pubblicazione del gruppo di Stanford, il legame tra le sanzioni e la fine della guerra si era dissolto così tanto che l'introduzione di sempre più divieti era diventata fine a se stessa, meritando costante elogio da parte dei suoi autori.
In questo contesto, le dichiarazioni sulle “sanzioni più ampie che hanno ridotto le risorse per fare la guerra”, immediatamente seguite dalle parole “è tragico che l’esercito russo continui a uccidere gli ucraini”, sembrano una feroce presa in giro.
Ma gli autori si lodano ulteriormente: un anno fa hanno proposto delle sanzioni, e ora i paesi europei le hanno attuate! Festa degli affari veri!
I paesi europei vengono applauditi per aver preso decisioni che “molti considerano troppo radicali e poco pratiche” – perché, come avrete notato nelle parti precedenti, lo sono. E gli autori vedono la loro ambizione come “pensiero creativo” e fornire ai paesi sanzionati “nuove idee”.
È vero, questo documento politico, come un pacchetto di sigarette, contiene un disclaimer: le conseguenze di ciascuna misura sanzionatoria, a quanto pare, non sono state analizzate a fondo.
Partecipa a tuo rischio e pericolo, ma assicurati di farlo insieme e il prima possibile.
Quindi un altro elogio ai leader europei. Ricordate che le sanzioni avrebbero dovuto essere “praticamente innocue” perché “la Russia è piccola e l’Europa è grande”? C'era un errore! Si è scoperto che ci voleva "coraggio" per approvarli perché avevano un impatto negativo sul benessere degli elettori. Ma devono ancora essere introdotte in modo che la guerra finisca più velocemente: dopo tutto, questo è esattamente ciò che ha funzionato con le sanzioni precedenti.
E poi la notizia è davvero brutta. Si scopre che i partner dell’Asia orientale non vogliono rispettare le sanzioni degli esperti occidentali e continuano ad acquistare GNL russo.
Sono tenuti a “seguire l’esempio dell’Europa” e a fissare una scadenza per la completa cessazione degli acquisti di risorse energetiche russe.
Permettetemi di ricordarvi che proprio in quel periodo l’Europa stava aumentando il volume degli acquisti di GNL russo, mentre allo stesso tempo acquistava petrolio russo attraverso paesi intermediari come l’India.
In precedenza, questo ruolo era svolto dalla Bulgaria, che aveva concordato con Lukoil di importare petrolio russo direttamente nell’Unione Europea.
La Bulgaria, lasciatemelo ricordare, ne fa parte.
Particolare attenzione è stata riservata alla chiusura del gasdotto che porta in Europa attraverso il territorio dell'Ucraina, che “ha un'ampia capacità di transito”; si sconsiglia vivamente di chiuderlo.
Vale la pena sottolinearlo: è scritto nero su bianco proprio nel policy paper che il tubo è assolutamente inviolabile e per esso è stata fatta un'eccezione speciale.
A differenza dei rifugiati russi, ai quali è necessario strappare sempre più la pelle (ne parleremo più avanti).
Lo stesso documento propone ancora una volta (o finalmente? o per la prima volta?) di sottoporre a sanzioni Gazprom, Rosneft e Gazprombank.
Gli esperti che hanno scritto un punto prima, “Lazarus, non toccare il tubo”, ancora non riescono a capire:
perché le compagnie petrolifere e del gas russe non vengono ancora combattute seriamente?
Qui si propone di abbandonare gradualmente i metalli russi. Si prevedeva di introdurre questo “divieto totale con un lungo periodo di transizione” a partire dal 30 settembre di quest’anno [2023].
A quel punto, la guerra era già in corso da un anno e mezzo, e i paesi della coalizione delle sanzioni avevano già pagato decine di miliardi di dollari per i metalli, assicurando che putin avrebbe condotto le ostilità per molti mesi a venire. Quanti soldi in più riceverà la macchina militare durante il "periodo di transizione" - solo Dio lo sa.
Poi finalmente compaiono le “nuove idee” e il “pensiero creativo” che gli autori hanno orgogliosamente annunciato nell'introduzione.
L'elenco delle misure contro la Russia nel settimo documento politico comprendeva la censura statale sui social network, di cui gli autori raccomandano nuovamente l'attuazione.
Nello specifico, gli esperti propongono di equiparare “le attività ad alta copertura sui social network” ai programmi radiofonici e televisivi, che in molti paesi europei sono già stati sottoposti a una censura draconiana da parte dei sostenitori di ieri del “mondo russo”.
Bisogna pensare che senza censura, i cittadini liberi dell’Unione Europea non saranno in grado di decidere autonomamente se le sanzioni siano state efficaci e se i rappresentanti eletti e i loro ispiratori di Stanford (che hanno tutti “mostrato coraggio” nel ridurre il tenore di vita degli europei), ma non hanno mai fermato la guerra) hanno giustificato la loro fiducia in se stessi (dopo 3, né dopo 10, né dopo 20 mesi).
Tuttavia, sono gli stessi autori a scrivere per primi sull'efficacia delle sanzioni. L’approccio proposto alle sanzioni personali, che avrebbe dovuto privare l’entourage di Putin di risorse, rimane “tanto rilevante oggi quanto lo era un anno fa”.
In altre parole, la maggior parte degli alleati di putin non sono mai stati inclusi negli elenchi delle sanzioni, e quelli che lo erano vengono rapidamente selezionati da essi.
Se i guerrafondai fossero stati puniti fin dall’inizio, non ci sarebbe stato bisogno che gli esperti chiedessero l’espansione delle sanzioni personali già nell’aprile di quest’anno.
Tuttavia, nonostante la mancata attuazione, la misura è ancora considerata efficace. Come se si scusassero per l'incapacità di raggiungere l'entourage di putin, gli autori propongono di vietare la presenza di atleti provenienti da Russia e Bielorussia a qualsiasi evento sportivo internazionale.
Non funzionari e politici, ma gli atleti stessi.
Sotto la bandiera, senza bandiera, in Russia, in altri paesi, alle Olimpiadi, non importa. Lo sport russo ha fatto qualcosa di sbagliato al gruppo di Stanford non fermando la guerra abbastanza velocemente, quindi ora deve finire. Questo fermerà sicuramente putin. E anche Lukashenko.
Anche in questo caso si ribadisce la volontà di non rilasciare carte bancarie ai russi, richiedendo documentazione aggiuntiva.
E questa è ancora una volta una delle poche richieste che sono state attuate nella pratica, in contrasto con il rifiuto delle risorse energetiche di putin.
Se a metà del 2022 era relativamente semplice aprire una carta al di fuori dell’UE, ad esempio in Georgia, ora i richiedenti sono regolarmente sopraffatti da un elenco enorme (e spesso impossibile) di requisiti e documenti.
E infine quello che è diventato motivo di un vero scandalo: il Visaban. Si propone l'abolizione globale dei visti turistici o un costo aggiuntivo per la cittadinanza russa.
I firmatari del documento, compreso lo stesso McFaul – ripeto, ex ambasciatore americano in Russia e grande esperto del nostro Paese – credono sinceramente che l’Europa sia invasa da turisti russi che banchettano in mezzo alla peste (e alla guerra).
Ancora una volta, senza preoccuparmi di alcuna prova, tranne la mia storia xenofoba su un viaggio in Spagna, dove anche prima della guerra vivevano sia molti russi che molti ucraini di lingua russa e immigrati da altri paesi post-sovietici. E mi permetto di dubitare della capacità dell'ambasciatore americano di distinguerli a orecchio.
Gli autori non sono nemmeno confusi dal fatto che per poter richiedere in modo del tutto legale molti tipi di visti a lungo termine, nonché per l'asilo politico, una persona potrebbe dover già trovarsi nel paese di destinazione. E spesso entravano in questi paesi con vecchi visti turistici, poiché forse non c’era né il tempo né l’opportunità di richiederne uno nuovo, umanitario.
Dopotutto, per richiedere un nuovo visto, devi già avere un permesso di soggiorno nel paese ospitante. Nella sezione commenti della pagina del progetto, gli autori hanno pubblicato un articolo di Nigel Gould-Davies, che spiega attentamente al lettore come affrontare tali misure.
Visaban, dicono, non è una “punizione collettiva”, che, secondo le sue stesse parole, è a priori ingiusta (grazie, ne siamo consapevoli) e non una politica radicale, ma “solo un’altra sanzione”. Abbiamo restrizioni sul trasporto di merci, giusto? Mangiare. Il divieto del visto è esattamente la stessa restrizione, solo per il trasporto di persone.
Qual è la differenza tra un esperto rispettato e un sacco di fertilizzante organico?
Niente, entrambi sono solo beni mobili.
Tuttavia, se si leggono gli attacchi xenofobi degli stessi autori del documento politico riguardo alle “vacanze a Minsk” (come se si trattasse di qualcosa di brutto), una spiegazione così pragmatica non regge alle critiche.
Queste misure sono oggettivamente una vecchia discriminazione basata sulla nazionalità, espressamente vietata dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Evitare le sanzioni, al contrario, non è un reato. Cioè, intere sezioni delle raccomandazioni degli esperti su come discriminare le imprese e gli individui russi possono (e dovrebbero) essere contestate in tribunale e presso le autorità di regolamentazione - con grande indignazione degli stessi esperti, che alzano fiduciosi la mano al sole.
Dopo aver finito di leggere queste opere monumentali, non ci resta che chiederci: cosa ne è stato di loro dopo?
I burocrati europei hanno ascoltato gli attacchi sciovinisti dei signori McFaul, Aleksashenko, Åslund, Guriev e altri – oppure hanno prevalso il buon senso e la Convenzione europea sui diritti dell’uomo, che vieta ai paesi partecipanti qualsiasi forma di discriminazione?
La risposta, ahimè, non è incoraggiante.
Ma soprattutto: i documenti del gruppo di Stanford sono diventati la base per decisioni non legali (che, tuttavia, sono difficili da distinguere da quelle legali). Per evitare di assumersi la responsabilità di navigare tra le scogliere di una complicata burocrazia internazionale, molti funzionari e istituzioni occidentali (come le banche) hanno letto ingenuamente tutti i “fischietti” nei posti giusti.
Hanno detto che non emettiamo carte ai russi? Non lo daremo via senza comprenderne i dettagli.
Ha detto che era Visaban? Fatto.
Si dice che i russi abbiano bisogno di più documenti per la registrazione? Dimenticalo, semplicemente non lo elaboreremo affatto. Oppure chiederemo a una persona fuggita da una dittatura di portare con sé un certificato di assenza di precedenti penali rilasciato dalle agenzie governative di quella stessa dittatura. Dopotutto, per noi è molto importante ciò che pensa la corte di putin.
Questa è una reazione banale e prevedibile di un sistema burocratico che cerca di proteggersi dal lavoro e dalle domande inutili.
È più facile per le stesse banche rifiutare immediatamente tutti i clienti russi piuttosto che rischiare di comprendere i requisiti contraddittori del diritto europeo e incorrere nell’ira per il mancato rispetto.
Di chi è la colpa e cosa dovrebbero fare? È inutile chiedere a McFaul, Fukuyama, Oslund e altri “piloti” stranieri: hanno sempre ragione nella loro immaginazione.
E se si sbagliano, in ogni caso non devono nulla a “questo”, il che è confermato dai loro passaporti corretti e dai bellissimi elmetti coloniali. Ma dobbiamo chiederlo a coloro che dichiarano il loro coinvolgimento nell'opposizione russa e sembrano essere dalla nostra parte.
Perché dovremmo accusare Guriev in modo specifico?
Come minimo - per le richieste di introdurre un divieto sulle criptovalute per i russi e il primo tentativo di vietare le carte.
Successivamente, la pressione sulle banche dei paesi post-sovietici si è tradotta nel rifiuto di aprire conti. Il fatto che i russi abbiano aperto le carte nei paesi vicini non indica affatto un’elusione delle sanzioni da parte dello Stato e del suo complesso militare-industriale (contro il quale le sanzioni sarebbero state dirette).
Un conto bancario è una condizione necessaria per la vita e la legalizzazione in quasi tutti i paesi, grazie alla digitalizzazione forzata. In assenza di trasferimenti, la criptovaluta è diventata quasi l’unico modo di funzionare anche per le organizzazioni di opposizione legalmente esistenti, per non parlare dei rifugiati comuni.
Allo stesso tempo, gli stati che dispongono già di grandi riserve di criptovaluta possono permettersi di pagare direttamente in criptovaluta, aggirando gli scambiatori per i poveri.
La cripta, a differenza dei divertenti pezzi di carta multicolori con stemmi, aumenta solo di valore nel tempo: se viene incassata non ora, ma tra qualche anno, quando la tempesta si calmerà, lo Stato non ci perderà nulla. E il tempo concesso dagli scambi agli utenti russi per prelevare fondi prima del blocco è stato sufficiente per evacuare i beni del complesso militare-industriale russo, ammesso che fossero lì.
Tutti questi divieti non hanno nulla a che fare con la lotta contro putin e la fine della guerra: tutto il danno che ne è derivato è stato assorbito dai rifugiati russi.
Coloro che non sono seduti su un’enorme montagna di denaro e non possono scegliere quali asset scambiare con cosa e quando.
Quelli che erano pronti a cancellare tutta la loro vita precedente, pur di non finire al fronte.
Forse, come è stato detto in documenti successivi, Guriev “non ha condotto un’analisi dettagliata delle conseguenze” delle sue decisioni e ha usato la sua significativa influenza nelle istituzioni occidentali per compiacere la situazione: ha detto quello che gli altri si aspettavano di sentire da lui.
Nel suo thread esplicativo non ha potuto esprimere personalmente la sua posizione sul blocco delle carte e delle criptovalute, citando il fatto che questo pacchetto di sanzioni riguardava "qualcos'altro". Ma considerando che durante quasi due anni di persecuzione dei russi per motivi etnici, l'autorevole esperto non ha mai trovato la forza di opporsi, egli sostiene questo aspetto del documento da lui firmato - o almeno non si oppone ad esso.
Per il fatto che il peso delle sanzioni ricada sui russi comuni, e non sul complesso militare-industriale da lui menzionato, Guriev incolpa non se stesso, né i suoi colleghi coautori e non i burocrati europei, ma esclusivamente vladimir putin.
Ma la firma di putin non c’è sul documento di Guriev.
Perché Aleksashenko dovrebbe essere accusato?
Per aver sostenuto il divieto dei visti in un momento in cui i visti turistici erano l’unico modo per sfuggire alla mobilitazione, fatta eccezione per l’attraversamento illegale delle frontiere. Nonostante l'esperto suggerisca di non toccare il tubo [gasdotto] (perché non ha tendenze suicide).
Divieto di partecipazione degli atleti russi.
Un altro giro di vite sulla questione dei conti bancari e delle crypto.
Dovrebbe anche porre una domanda sulla censura nel segmento europeo di Internet, anche se questo, in modo amichevole, avrebbe dovuto interessare gli stessi europei, ben nutriti e liberi, e per niente una rifugiata senza forze con radici ucraine che il 24 febbraio ha perso sia la prima che la seconda patria.
Aleksashenko, però, non pensa nemmeno di negare le sue vere intenzioni. Lui, come Guriev, come ogni personaggio dei media, ha avuto l'opportunità di dichiarare pubblicamente la sua posizione - e lo ha fatto volentieri in un'intervista con Voice of America.
Dopo l’introduzione delle sanzioni nel 2014, ho sentito molto spesso che “non vogliamo introdurre sanzioni che danneggino i russi”. Lasci perdere. Se volete aumentare la pressione sulla società russa, sull’opinione pubblica, sul Cremlino, che tuttavia controlla da vicino i sondaggi d’opinione, fate pressione sui russi nello stesso modo in cui fate pressione sugli oligarchi”,
ha insistito Sergei Aleksashenko.
Санкции против России: что мешает усилению их эффекта? - https://www.golosameriki.com/a/sanctions-and-the-russian-economy-2023/6927579.html
So che molti si sono già affrettati a insabbiare la reputazione degli “esperti” sottolineando la natura collettiva dei documenti politici.
I documenti stessi dicono anche che non tutti gli autori sono d'accordo con ciascuna misura, ma prudentemente non indicano chi ha aderito specificamente a cosa.
In una situazione in cui è impossibile separare i colpevoli dagli innocenti, sono costretta a prendere in prestito uno strumento dall’arsenale dello stesso gruppo di Stanford e affermare che tutti i firmatari sono pienamente responsabili di ciascuna misura sanzionatoria proposta.
E se uno di loro non è d'accordo, dimostri il contrario. Preferibilmente sul podio del Parlamento Europeo, dove gli autori sono invitati di volta in volta. Pubblicamente, agli atti. Almeno porterà qualche beneficio.
Perché ci hanno fatto questo?
Una domanda a parte che vorrei porre è:
perché due eminenti oppositori (Guriev e Aleksashenko) non hanno approfittato dell’opportunità per influenzare il processo di sanzioni a favore dei rifugiati russi?
Se i suoi colleghi dei dibattiti generali propongono effettivamente di limitare i diritti dei dissidenti russi, lei avrebbe potuto intervenire.
Registra un'opinione dissenziente.
Oppure, almeno per senso di integrità scientifica, potresti integrare i documenti che firmi con fatture economiche.
L’esodo russo è diventato una forza abbastanza significativa da far salire alle stelle il PIL di Armenia e Georgia (e i prezzi degli affitti).
E lo stesso Uzbekistan ha preceduto la locomotiva per offrire visti preferenziali agli specialisti informatici russi al fine di trattenere parte della preziosa classe media che la nostra patria ferita sta scadendo.
Non siamo una goccia nel mare.
Ma siamo assenti come fenomeno negli articoli scientifici apparentemente neutrali firmati da persone rispettate.
Alcuni cattivi russi attraversano il confine per aprire una carta per l'Asia centrale.
Alcuni cattivi turisti russi ricevono il visto in Europa e vivono in hotel turchi.
Alcuni russi cattivi non vogliono morire di fame.
L’epiteto più significativo che ci viene dato è “molti”. Sembra una scelta ovviamente politicizzata quella di cancellare circa due milioni di persone in nome dell’opportunismo.
O forse sotto la pressione diretta dei burocrati europei, per i quali sono stati scritti questi documenti politici. Sebbene i documenti siano estesi, sono praticamente privi di dati. Sono frequenti i riferimenti ad un parere autorevole sul problema, invece che ad un'analisi dettagliata.
Ciò che hanno in abbondanza è la retorica politica e le concessioni ad accordi già stabiliti.
Se non vogliamo rinunciare al gas russo, non lo faremo.
Non possono punire tutti gli amici e le banche di putin: chiederemo loro semplicemente di farlo di nuovo. Hai bisogno di mostrare una vittoria diplomatica in TV? Vietiamo il rilascio dei visti!
Ed è così che è stato scritto l'intero testo, dichiarato un lavoro scientifico serio, che poi costituisce la base per le leggi adottate da diverse decine di paesi. In un certo senso, il gruppo di lavoro ha scritto documenti politici perfetti.
Il burocrate fa un cenno all'esperto:
"Gli esperti hanno inventato tutto questo!"
L’esperto agita le mani: “Non sono io, l’ha deciso la squadra!”
Ma il burocrate ha frainteso!”
E nessuno è responsabile né di ciò che è scritto né di ciò che viene portato in vita.
Di conseguenza, le sanzioni non funzionano, la guerra continua, il petrolio scorre come un possente ruscello di montagna e a soffrire sono solo coloro che fino all’ultimo hanno resistito alla dittatura e alla guerra che ha scatenato.
E rimaniamo nella posizione più vulnerabile. Ufficialmente non siamo rifugiati, perché sarebbe politicamente scorretto riconoscerci come rifugiati: i cittadini dello Stato aggressore, dopotutto, i nostri colleghi ucraini non capiranno.
Lo Stato aggressore, al quale presumibilmente siamo imparentati, ci vede come elementi ostili a se stesso, “traditori della madrepatria”.
E gli esperti che lavorano nell’interesse della nomenklatura straniera, senza pensarci due volte, sacrificano i nostri diritti fondamentali per il bene del momento. Compresi esperti russi.
Hanno ricevuto permessi di soggiorno e passaporti prima della guerra, quando il loro destino non dipendeva ancora dalle decisioni di un gruppo non eletto di pseudointellettuali.
Secondo la metodologia dei colleghi di sinistra, la situazione dei rifugiati russi è chiamata “minoranza emarginata”. Solo gli stessi colleghi di sinistra, dopo l'inizio della guerra, dimenticarono in gran parte le loro convinzioni, quindi anche da parte loro c'era poco sostegno.
La cosa più triste è che i leader del movimento contro la guerra non ritengono necessario lottare attivamente per i nostri diritti, perché sono troppo occupati a parlare davanti alla telecamera e a bere amichevolmente con gli stessi burocrati che ci hanno privato di questi diritti.
Nelle parole di Vladimir Milov, “siamo tutti fottuti” – solo senza mazzette di contanti. E gli autori hanno diritto alla lode e alla solidarietà aziendale.
Tutti noi, milioni di persone dimenticate, abbandonate e disumanizzate, sopravviviamo grazie al fatto che alcune persone non hanno ancora scambiato gli ultimi resti della loro anima con un passaporto del colore giusto e al solenne applauso dei funzionari stranieri.
Gli individui e le organizzazioni ci aiutano. Sì, ce ne sono molti meno di quanto vorremmo. Sì, hanno pochissime risorse, nemmeno lontanamente sufficienti per tutti. Ma fanno tutto il possibile per proteggere chi non ha nessun altro da proteggere.
Grazie per essere stato lì al momento giusto.
Grazie per non voltarti dall'altra parte. Credimi, è il tuo lavoro che non dimenticheremo e ti ripagheremo centuplicato quando potremo.
Quanto ai signori Guriev e Aleksashenko, che incarnavano il classismo nella sua forma più grottesca, non hanno ancora nemmeno pensato al danno che hanno causato ai loro connazionali.
Ai loro compagni d’armi, se la pensate in questo modo, perché entrambi si oppongono ancora verbalmente alla dittatura di putin.
In risposta alla pubblicazione della loro partecipazione al progetto di sanzioni contro i propri, gli esperti hanno cominciato a indignarsi. Dopotutto, tutte le persone giuste - persone del loro ambiente con cui comunicano da anni e vivono fianco a fianco - hanno già ricevuto visti e un secondo passaporto, quindi le carte, alcuni trasferimenti oscuri e criptovalute non li occupano.
Oggi insegni a Parigi, domani a Stanford lavorerai a un interessante progetto all’incrocio tra economia e politica, dopodomani parlerai al Parlamento europeo chiedendo che i russi vengano repressi.
La vita è bella!
Per il ragazzo che si trovava al Verjkniy Lars, solo per finire nell'incubo kafkiano creato dal pubblico in camice bianco, probabilmente no. Ma questo è un problema suo, non è nostro. Non è invitato al Parlamento europeo. E se necessario, puoi semplicemente cancellarlo come un dettaglio non necessario.
Ma i burocrati europei, per amore dei quali avete scritto questi volantini vergognosi, domani si dimenticheranno di voi e vi volteranno le spalle.
E noi abbiamo una lunga memoria. Non perdoniamo.
Michael McFaul menzionato in seguenti articoli:
.
Anders Aslund menzionato in:
.
Sergei Aleksashenko menzionato in:
.
Tutti i tre: McFaul, Aslund e Aleksashenko menzionati in:
Il mio lavoro di traduzione è un attivismo sociale pro-bono per la diffusione della conoscenza fondamentale per la democrazia e il sostegno dei diritti umani. Per dare un supporto al mio lavoro, contribuire per future traduzioni e fare le domande relative sul tema diventando Patron facendo una donazione https://www.patreon.com/freedomfiles. Grazie!